Sogno di fine estate

Il professor De Faustiis non ce la fa più. Guarda le facce dei colleghi riuniti per il collegio dei docenti e gli viene voglia di alzarsi, uscire, camminare, persino andare a fare la spesa.
Già, la spesa: anche ieri si è scordato di comprare le crocchette per il gatto. Mi sa che tocca cambiare marca, Pallino sembra svogliato. Forse passare ai bocconcini?
“Che facciamo, De Faustiis, ci distraiamo come al solito?”
La voce viene dal monitor, da una faccetta apparsa a fianco alle altre. Ma non è un docente, almeno non uno che De Faustiis riconosce. Assomiglia.. sì, assomiglia a Guy Fawkes.
“Scusi, lei chi è? E come si permette…”
“Ma dai, tanto non ci sente nessuno. Anzi non mi vede nessuno, sono qui solo per te.”
In effetti, i colleghi continuano a litigare tranquillamente come se non si fossero accorti di nulla.
“E chi sarebbe lei, Anonymous? La Legione?”
“Quasi. Ma qui non si parla di me, ma di te. Ma ti sei visto? Sei pallido, curvo, hai pure preso qualche chilo nei posti sbagliati”

De Faustiis si guarda nello specchio della videoconferenza. E’ vero, non sta proprio una favola. Sarà la luce del monitor, ma la pelle è un po’ verdina.
L’altro incalza.
“Sei stanco, sei scocciato, non ne puoi più. Si capisce, eh. Con le vostre condizioni di lavoro anch’io sarei stufo da un pezzo. “
“Ma come? A me insegnare piace, cosa crede?”
“Certo, come no. Anche correggere ventiquattro versioni in una serata. Anche preparare per l’ennesima volta la lezione su Tacito e Domiziano. Anche parlare sei ore con i genitori dei progressi degli adorati pargoletti e partecipare ai collegi docenti, vedo.”
“…”
“E soprattutto: collegarsi di qua e di là, tutto il tempo online, rispondere, chiedere, cercare, provare… e mai, mai qualcosa che funzioni al primo colpo”
“Questo sì, in effetti, ma è solo l’emergenza, tra poco…”
“Ma che emergenza, questo è il presente continuo, è il futuro perfetto, mio caro. Ti devi arrendere, d’ora in poi questa sarà la tua vita. “

Un futuro orrendo e distopico si affaccia alla mente di De Faustiis per un attimo. Un incrocio tra Matrix e il castello di Kafka.
Emette involontariamente un gemito.
“E cosa ci posso fare?”
“E’ qui che entro in gioco io. Ti faccio una proposta davvero vantaggiosa: ti risolvo tutti i tuoi problemi con un sistema unico, che non devi nemmeno installare. Tu accedi, parli, schiocchi le dita e da quel momento tutto funziona magicamente, tout se tient. Vuoi parlare con la collega di Arte? Basta che pronunci il nome e parte la videoconferenza, anche dallo specchio del bagno. Vuoi ritrovare i voti della terza B ordinati per profitto? Eccoli qui, stampati, sul comodino. Non ti ricordavi di averglieli dati, quei voti? E’ normale, glieli ho dati io sulla base dei voti degli anni scorsi, tanto che vuoi che cambi?”

De Faustiis comincia ad avere l’acquolina in bocca.
“E dove starebbe questo software meraviglioso? Sul Cloud?”
“Ma che ti importa di dove sta… e poi tu che ne sai di cosa è veramente il cloud? Sono sicuro che te lo immagini come una specie di paradiso, tra le nuvole, con gli angioletti che spolverano i tuoi dati… vero?”
“Beh, sì, in effetti non ho molto chiaro… “
“Comunque, la sostanza è questa: tu accetti le condizioni, e hai risolto tutti i tuoi problemi con la scuola, per sempre. Come diceva il piccoletto verde con le orecchie a punta? Non c’è provare, c’è fare. Non dovrai più pensare, cercare, affaticarti. Vuoi, e fai. Anzi, faccio io prima ancora che tu voglia. Non è questo, il paradiso?”
“E… quanto costerebbe?”
“Soldi? Tu mi parli di soldi? Oh, ma per chi m’hai preso? Questa roba non si compra. A me basta una sola piccola cosa…”
“Oddio no, l’anima!”

Momento di pausa.
“Sei veramente un romantico inguaribile. Ma quale anima, voglio i tuoi dati personali. Dai, firma qua.”


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