Contro la definizione

Cos’è un albero? Cos’è la filosofia? Cos’è l’ipotenusa? Cos’è il coding?

Sono domande completamente diverse nascoste dalla stessa forma. Se il concetto di cui domandiamo la definizione è un’invenzione formalizzata dentro qualche dominio, la risposta sta nella costruzione di quel concetto nel dominio (una tassonomia botanica, la geometria euclidea). Se invece è un concetto più complesso, che riguarda una pratica (o meglio, diverse pratiche) che è stata etichettata con quella parola da persone diverse in tempi diversi, la definizione non può che essere prima di tutto una raccolta di utilizzi.
In questo secondo caso, non c’è una risposta univoca e ultima. Nessuno ha la patente per poter dire in maniera incontestabile cosa è la filosofia. Se vogliamo una definizione normativa, possiamo provare a distinguere tra usi corretti e scorretti, ma prima bisogna concordare su: corretto rispetto a cosa? E chi ha il diritto di stabilirlo?

Se poi il concetto è nuovo, e non c’è un establishment (la scuola, l’accademia, qualche forma di potere riconosciuto) che ne fissa gli usi, definirlo rischia solo di creare delle guerre di religione. Se il concetto è importato da qualche altra cultura e lingua (come lo era la filosofia per i romani) bisogna stare ancora più attenti: cosa si definisce, la versione originale, quella localizzata, o una supposta versione universale?
La definizione è essa stessa una pratica, inventata da Platone, perfezionata da Aristotele, poi passata nel medioevo agli scolastici, poi entrata nella scienza. Da collocazione di un concetto in una gerarchia fissa è diventata un procedimento pratico per evitare incomprensioni e permettere confronti. Ha a che fare con la spiegazione dell’uso di un termine/concetto, più che con la sua natura profonda. Illuminante, per me, la discussione della definizione del concetto di lunghezza fatta da Percy William Bridgman nella sua Logica della Fisica Moderna (1927). Lunghezza si può definire se si descrivono le operazioni con cui si misura la lunghezza. Per fortuna Bridgman si  è allontanato da definizioni fisicaliste e si è messo a interrogarsi in generale sul significato operazionale dei concetti.

Allora per favore smettiamola con la domanda “Cos’è il coding?” come se potesse esistere una risposta del tipo “Il Coding è questo e non quest’altro”. Quanto sarebbe meglio fermarsi a “la parola ‘coding’ viene impiegata così e così in questi contesti”.

 


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