Raw open, now. Va bene come monito alla pubblica amministrazione, ma dal punto di vista di chi con quei dati voglia fare qualcosa è importante anche la maniera in cui i dati sono accessibili. Linkati, daccordo, ma anche significativi, puliti, comprensibili, tradotti. E forse l’accesso diretto al file non è sempre la maniera migliore. Per fortuna ci sono altre possibilità, come quella di inserire, accanto all’accesso diretto ai file, uno strato di API dedicato ad operazioni di livello superiore, come la ricerca, il confronto, il commento.
La possibilità di accedere agli opendata tramite API standard significa offrire ad imprese e cittadini che vogliano sviluppare applicazioni due vantaggi principali: la semplificazione dell’accesso e e la garanzia che un’applicazione che si appoggi sulle API possa essere utilizzata senza modifiche anche in altre città, a prescindere dalla struttura dei repository adottata. Diversi progetti europei hanno adottato questa filosofia (da CitySDK a Fiware) e offrono alle città intelligenti una maniera unica per presentare i dati del turismo, della mobilità e – perché no – del lavoro.
Se siete a Bologna per la Smart City Exhibition di quest’anno, siete invitati a discuterne il 23 Ottobre alle 10 nel laboratorio gestito in collaborazione da Istituto Italiano OpenData, Lynx e Rete Italiana OpenSource.:
Open data per le smart cities – uno spazio europeo unico attraverso le API